Intestazione

Fia Neises «With or without you» – Performance di danza queer-crip

La fotografia mostra Irene Giro e Fia Neises, le due performer di "With or Without You." Entrambe sono bianche e disabili, entrambe sono percepite come femminili e non disabili. Irene ha riccioli lunghi e densi di colore marrone ed è snella. Fia ha capelli biondo scuro, lisci, lunghi fino alle orecchie. Il suo corpo è più grande e morbido di quello di Irene. La fotografia mostra entrambe nella seta bianca, un tessuto lungo 14 metri appeso al soffitto al centro. Le due estremità pendono pesantemente fino al pavimento, e le protagoniste si avvolgono, arrampicano, oscillano, si appendono e si tengono in essa. Fia è cieca e ha chiesto a Irene cosa stessero facendo nella foto. Poi si sono ricordate.

Audioflyer Fia Neises

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«With or without you»  – con te o senza di te. Ho bisogno di te, non ho bisogno di te. Tu mi assisti – nonostante tutto. Access intimacy (Mia Mingus) descrive la profonda, bella, forse anche erotica, inconfondibile intimità dei momenti di assistenza.
 
«Mi stringi la mano quando iniziano gli scalini. Balliamo dopo che l’ospedale ha chiamato. Tu mi guidi, ci teniamo per mano, è forse un appuntamento romantico quello tra noi? Io ti ringrazio e tu rispondi: di che?» 

L’intimità è quella sensazione difficile da afferrare di calore, erotismo, vulnerabilità e/o dolcezza che può essere familiare e provocare disagio al tempo stesso.

Accessibilità 

  • Durata: 60 Minuti 
  • Momenti interattivi con la lingua dei segni (DSGS).  
  • Con sottotitoli inglese e tedesco 
  • Lo spettacolo si basa su una drammaturgia per un pubblico di persone cieche e ipovedenti. Può essere vissuto anche non vedendo.
  • Early boarding (inclusa visita tattile guidata)
  • Accessibile in sedia a rotelle
  • Relaxed Performance 

L’intimità è quella sensazione difficile da afferrare di calore, erotismo, vulnerabilità e/o dolcezza che può essere familiare e provocare disagio al tempo stesso. Per noi, come comunità di disabili, accesso significa poter essere noi stessi. Nella società in cui viviamo dobbiamo accettare l’intimità dei momenti di assistenza con estranei di passaggio o conoscenti di lunga data. Per questa specifica connessione Mia Mingus, autrice e attivista disabile e queer di colore, ha coniato il termine “access intimacy” (“intimità di accesso”). In «With or without you»  le danzatrici disabili Fia Neises e Irene Giró invitano a entrare in spazi di intimità di accesso. Confonderanno le abitudini normative di vista, udito e tempo e, sospese nell’aria, si abbandoneranno all’illusione dell’indipendenza. Accompagnate dalla musicista Jana Sotzko, condividono storie di ambivalenza e intimità nell’assistenza. Chi lo desidera può prendere attivamente parte o divertirsi a guardare. 

Crediti 

Direzione artistica / Performance: Fia Neises   
Co-creazione artistica / Allenamento in seta / Performance: Irene Giró   
Musica dal vivo, post-produzione dell'audiodescrizione: Jana Sotzko   
Ideazione e voce narrante: Saioa Alvarez Ruiz   
Drammaturgia: Tanja Erhart   
Co-creazione artistica: Liv Schellander   
Supporto drammaturgico per l'accessibilità estetica: Ari Althaus, Xenia Dürr, Stefanie Heller, Silja Korn, Rita Mazza, Zwoisy Mears Clarke, Nina Mühlemann, Miles Wendt   
Direzione di produzione: Olivia Hotz   
Direzione tecnica: Lola Tseytlin   
Scenografia: Lea Kissing   
Design luci: Gretchen Blegen   
Costumi: Merle Richter   
Titoli ovunque: Maria Wünsche   
Documentazione film: Tanja Brzaković, Max Matthiessen, Jelena Bosanac   
Foto: Xenia Dürr, Mayra Wallraff 

Una produzione di Sophia Neises, supportata dalla rete «Making a Difference» in collaborazione con Uferstudios Berlin. Finanziato dal Senato per la Cultura e la Coesione Sociale / IMPACT-Förderung. 

Sophia Neises è una performer, coreografa, drammaturga specializzata nell'accessibilità, educatrice teatrale (MA Università delle Arti di Berlino) e attivista per i diritti delle persone con disabilità nel settore culturale. Nel 2019, ha collaborato con Jess Curtis/Gravity nella performance «(In)visible» per esplorare un'estetica di danza accessibile a un pubblico cieco e ipovedente. Da allora, si è impegnata nell'esplorazione dello spettro dell'audiodescrizione come offerta di accessibilità e come forma artistica. Si identifica come artista disabile e incoraggia a valorizzare al massimo gli stili di percezione individuali delle persone e a creare un accesso incondizionato all'arte fin dal processo di creazione. 

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