Intestazione

Burak Ates – Coming-out a ostacoli

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Ralf Kaminski

Pubblicato

29.10.2020

Ritratto dell’attore Burak Ates

Nel suo primo film «Beyto», Burak Ates interpreta un omosessuale di origine turca. C’è voluto un po’ di coraggio per spiegarlo a familiari e amici, così come per far fronte alla resistenza dei suoi genitori.

I suoi genitori sono stati gli ultimi a saperlo. «Ero consapevole che sarebbe stato difficile e quindi ho aspettato il più a lungo possibile», racconta Burak Ates. Il 26enne di Soletta di origine turca aveva partecipato al casting per un film per le prima volta in assoluto.

Di suo, infatti, lavorava come meccanico di produzione nell’industria orologiera, ma non era completamente soddisfatto. «A un certo punto un amico mi ha segnalato quel casting». Era richiesto un giovane sportivo e di bell’aspetto con radici turche. «Perché no?», ha pensato e ci è andato con la sua ragazza dell’epoca.

La sua ragazza lo ha incoraggiato

Solo durante il casting stesso ha scoperto i dettagli del ruolo: si trattava di Beyto, un migrante di seconda generazione di origine turca che si innamora di un uomo. «Inizialmente ciò mi ha fatto esitare perché mi preoccupavo di come avrebbero reagito le persone attorno a me».

La sua ragazza, tuttavia, lo ha incoraggiato. «Mi ha detto che dovevo farlo; per lei sarebbe stato un problema solo se nel film avessi dovuto baciare un’altra donna», racconta Burak ridacchiando.

Subito dopo ha informato i suoi amici. «Inizialmente hanno trovato la cosa strana, e qualcuno ha fatto qualche battuta». Ma lui è sempre stato comunque un po’ l’istrione del gruppo. «Quando hanno realizzato che per me era una cosa seria, mi hanno sostenuto ed erano addirittura un po’ impressionati».

Prima, però, doveva ottenere la parte, e in fondo non aveva alcuna esperienza di recitazione. «L’unico precedente era stata la recita all’asilo, anche se già all’epoca avevo avuto il ruolo principale», dice ridendo.

Immagine di anteprima del trailer «Beyto»

«Beyto» (2020), trailer ufficiale svizzero

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«Beyto» (2020), trailer ufficiale svizzero

Effettivamente, altri candidati hanno rinunciato a causa delle possibili reazioni dei loro familiari e amici. Inoltre, Burak e il suo partner nella pellicola Dimitri Stapfer si sono subito intesi alla perfezione. E alla fine il giovane solettese ha avuto la parte: «Mi ha chiamato al telefono la regista Gitta Gsell, proprio mentre ero sul sedile posteriore dell’auto con un enorme tappeto arrotolato di fianco e i miei genitori davanti, appena rientrati dalla Turchia».

Un po’ riluttante ha deciso quindi di raccontare loro il tutto mentre erano ancora in auto sulla strada verso casa a Soletta. «Non erano entusiasti del fatto che volessi interpretare un omosessuale e hanno cercato di farmi desistere». Ma Burak era determinato. Quando nell’estate del 2019 sono iniziate le riprese del film promosso del Percento culturale Migros, lo ha tuttavia tenuto nascosto ai genitori, raccontando loro di recarsi spesso a Zurigo per incontrare degli amici mentre in realtà andava alle prove.

Nervosismo dopo il Pride

«Il primo giorno di riprese si è svolto durante il Pride di Zurigo, a cui abbiamo partecipato anche io e Dimitri. Quando la sera sono tornato a casa, i miei genitori stavano guardano il telegiornale e c’è stato proprio un servizio sulla manifestazione. Ho pensato che ci avrebbero inquadrato visto che avevamo attirato l’attenzione con le riprese». Ma ha avuto fortuna. Suo padre, tuttavia, ha fatto dei commenti poco gentili nei confronti delle scene trasmesse in TV.

«A tradirmi è stata in seguito mia sorella minore, poco prima che volassi in Turchia per altre scene». Ma alla fine è andata bene anche così. «Erano sempre contrari, ma hanno compreso che non sono più un bambino e che so prendere da solo le mie decisioni».

Girare il film è stato una sfida per un novellino come lui. «Dimitri mi ha aiutato molto; ho imparato tanto da lui». Burak ha addirittura sviluppato un metodo personale per esprimere al momento giusto le emozioni corrette in maniera convincente. «Attraverso la musica ho per così dire impregnato determinati oggetti con vari sentimenti. Quando era il momento, mi ritiravo per un minuto con l’oggetto e riuscivo poi a richiamare il sentimento in questione per la scena».

Burak aveva poi un po’ di timore per le scene di intimità con il suo partner nel film. «La mia preoccupazione era che non risultassero sufficientemente autentiche. Ma Dimitri è stato davvero professionale e di aiuto». E oggi proprio queste sequenze sono fra le sue preferite. «Sembrano autentiche e rappresentano tappe importanti dello sviluppo di Beyto». In generale, il suo ruolo lo ha toccato molto. «È una storia bellissima, importante e commovente. Beyto crolla e poi si ritrova; e anche io in fondo sto vivendo qualcosa di simile».

Le difficoltà degli amici omosessuali

Secondo Burak la storia – basata su un romanzo dello scrittore curdo Yusuf Yesilöz, che vive a Winterthur – è molto realistica. I genitori di Beyto sono così inorriditi che attirano loro figlio con delle scuse nel paese natale in Turchia, dove hanno già organizzato un matrimonio con un’amica d’infanzia, e una volta sul posto gli sequestrano il passaporto affinché non possa fuggire.

Burak Ates sul davanzale della finestra

Foto: Gian Marco Castelberg

«Ho alcuni amici omosessuali di origine turca che hanno dovuto affrontare esperienze simili». Burak racconta che qualcuno è stato picchiato e torturato, un altro è stato cacciato di casa e ripudiato dalla famiglia e un altro ancora è stato spedito in Turchia per ritornare «normale». «È brutto: l’amore è amore in tutte le sue forme».

Primi effetti positivi tra familiari e amici

Per questo motivo Burak spera che questo film venga visto dalla comunità turca in Svizzera e produca una reazione. «Un collega gay che ha partecipato al film come comparsa è venuto da me durante le riprese, mi ha abbracciato e mi ha ringraziato per il mio coraggio. Mi ha detto che non potevo nemmeno immaginare cosa significasse questo film per lui e per altri nella sua situazione».

E Beyto ha già avuto qualche effetto anche sugli amici etero di Burak. «Sono stati all’anteprima del film e lo hanno trovato fantastico; ora hanno anche molta più comprensione per i problemi degli omosessuali».

Anche sua sorella era presente e gli ha fatto le congratulazioni. I genitori, per contro, non sono venuti nonostante li avesse invitati. «Probabilmente non vedranno mai il film», commenta Burak con un sospiro, «e ritengo che sia davvero un peccato». Nel frattempo, sua madre sostiene le sue ambizioni di attore, mentre il padre fatica ancora ad accettarle.

L’attore Burak Ates salta su una parete

Burak non è uno che si lascia intimorire facilmente dalle difficoltà. Foto: Gian Marco Castelberg

Posta da ammiratori in Turchia

Per contro, ha ricevuto un messaggio sorprendente da due zii che vivono in Turchia e avevano visto il trailer del film: «Si sono congratulati e sperano che io reciti prima o poi in un film turco». Cosa che a Burak non dispiacerebbe.

Per amore dei genitori, e per avere un piccolo «paracadute», il 26enne sta svolgendo anche una formazione come informatico di gestione. La sua attenzione, tuttavia, è concentrata sul corso di recitazione che ha cominciato all’inizio dell’anno. Per questo si è trasferito a Zurigo, dove vive in un appartamento condiviso.

L’attore Burak Ates con un kebab in mano

Burak ama il kebab, che ha un ruolo anche in «Beyto». Foto: Gian Marco Castelberg

Appassionato di crossfit, nel tempo libero fa molto sport e si incontra regolarmente con gli amici. Cos’altro gli piace? Le canzoni di Mani Matter, il caffè di qualità superiore e il kebab: «almeno due o tre volte la settimana».

Nel frattempo non sta più con la sua ragazza e al momento è single. «Sinceramente, per ora va bene così: una relazione richiede tempo e attenzione, e in questo momento sono completamente concentrato sulla mia carriera».

Vuole farsi un nome come attore in Svizzera per poter per così dire raggiungere lo stesso livello dei suoi idoli Max Hubacher, Joel Basman e Dimitri Stapfer. Nel frattempo ha partecipato ad alcuni altri casting. Ancora non c’è nulla di certo, ma la performance di Burak in «Beyto» gli aprirà di certo altre porte.

Foto/Scena: Gian Marco Castelberg