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Yari Bernasconi und Katia Tamburello

Portrait des Mentors

Foto: Yvonne Böhler

Yari Bernasconi, nato in Ticino nel 1982, è critico letterario e poeta. Ha esordito nel 2009 con il libretto Lettera da Dejevo (Alla chiara fonte), a cui sono seguite nel 2012 la silloge Non è vero che saremo perdonati, contenuta nell’Undicesimo quaderno italiano di poesia contemporanea (a cura di Franco Buffoni, Marcos y Marcos) e nel 2013 la plaquette Da un luogo vacillante (Isola). Sue poesie sono state inoltre pubblicate in diverse antologie e riviste come Lo Straniero o Ground Zero. Con la sua ultima raccolta, Nuovi giorni di polvere (Casagrande, 2015), ha vinto tra l'altro il Premio Terra Nova 2016 della Fondazione Schiller. Vive vicino a Berna.

Portrait des Mentees

Foto: Eleonora Ferrigno

Katia Tamburello è nata a Palermo (I) nel 1975, da 9 anni abita nella Svizzera romanda. Laureata in lettere moderne presso l’Università RomaTre con una tesi su La storia di Elsa Morante, da alcuni anni insegna italiano al ginnasio, nel canton Vaud. Ha pubblicato nel 2004 il romanzo Dio ed Eva, I racconti di Luvi (Palermo) e per il romanzo I giorni che i miei occhi hanno visto è in cerca di un editore. Dal 2009 al 2016 ha collaborato con il sito web italiano di teatro www.klpteatro.it, dal 2015 scrive per Giornale del popolo di Lugano, nell’inserto cultura del sabato. In questi anni ha intervistato diversi direttori di teatri, coreografi, attori e attrici e ha seguito vari festival di teatro, saloni del libro e altre manifestazioni di interesse culturale. In letteratura apprezza molto i romanzi che hanno un’ambientazione storica precisa o che affrontano temi sociali.

Projekt

Il progetto ruota attorno alla città di Ginevra e ad alcuni dei suoi quartieri più conosciuti: Plainpalais, Servette, Le Lignon ma anche Meyrin, un agglomerato urbano appena fuori città. A raccontare questi quartieri sono delle donne provenienti dal Congo, dall’Italia, dall’Armenia ma anche dalla Svizzera. Le loro storie di famiglia si mescolano con la realtà urbana: la scuola, il cimitero, la strada dove si andava a ballare da giovani, la vecchia panetteria dove mio padre mi comprava le caramelle… Questi racconti di donne, ascoltati in lunghe interviste, svelano i tabù e i tanti non-detto dentro le famiglie, ma anche le tragedie private: la morte di un figlio, di un fratello, di una mamma, o l’alcolismo. Il XX secolo è il protagonista indiscusso di queste storie: le grandi malattie, oggi debellate, come la tubercolosi o la toxoplasmosi ma anche le tragedie storiche come il genocidio armeno raccontato da una giovane donna che oggi vive a Ginevra e lavora per una organizzazione non governativa.

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