«Oggigiorno abbiamo accesso a informazioni che sembrano notizie. Vediamo persone che si comportano da esperti. E clicchiamo su link che solo apparentemente provengono dai principali mezzi di comunicazione», afferma Hannes Grassegger. Con la sua startup «Pool» (vedi riquadro) il giornalista vuole porre termine alla divulgazione intenzionale di notizie false. Con questi sei consigli sarai in grado anche tu di individuare velocemente una fake news.
Distingui tra notizie e intrattenimento
Quello che ci viene mostrato sui social media è frutto della selezione degli algoritmi. «Il loro scopo principale è farci passare più tempo possibile sulla piattaforma, perché è così che guadagnano soldi», osserva Grassegger. Stupendo per intrattenere, ma «i social media non sono quindi una fonte affidabile di informazioni». Le notizie manipolate circolano rapidamente e senza controllo con il solo scopo di seminare il panico.
Occhio alle emozioni forti
Se i titoli sono particolarmente sensazionalistici o spettacolari scatenano in noi dei sentimenti. Questo trucco viene usato di frequente per diffondere informazioni false. Perché se un contenuto ci riguarda da vicino siamo portati a condividerlo con altre persone. «Il numero di like e commenti, per me, sono quindi spesso un motivo per essere ancora più scettico», afferma Grassegger.
Controlla il mittente
Da dove arriva l'informazione? Si tratta di una fonte affidabile? Posso associare l'informazione a un mezzo di comunicazione o a una persona? Posso riconoscere un'intenzione dietro l'informazione? Anche dietro a nomi apparentemente seri possono nascondersi informazioni false mirate. «Se si tratta di nuovi media, conviene dare un'occhiata all'impressum», suggerisce Grassegger. Già una breve ricerca sulle persone ivi elencate può essere molto illuminante.
Confronta, confronta e confronta ancora
Cosa dicono gli altri media sullo stesso tema? «Su Google News si può facilmente controllare se ci sono altri articoli sull'evento in questione», spiega Grassegger. Riveste un ruolo decisivo anche l'intervallo di tempo. «Consiglio di impostarlo sulle ultime 24 ore e guardare quali risultati restituisce il sistema». Se non appaiono risultati dei mezzi principali, probabilmente hai a che fare con una fake news. Confronta i risultati della ricerca di Google con un altro motore di ricerca, come ad esempio DuckDuckGo o Bing.
Controlla i fatti
Qualche volta la macchina della disinformazione si spinge addirittura fino a manipolare di proposito il materiale di riferimento digitale. «Anche quello che si trova su Wikipedia non è necessariamente vero», avverte Grassegger. «Talvolta entrano in azione attori furbi che tentano di modificare le conoscenze di base». In caso di contenuti sospetti consiglia di verificare il thread di discussione di una voce su Wikipedia e dare un'occhiata alla cronologia. In questo modo è possibile vedere chi ha fatto una determinata modifica e quando.
Verifica le immagini
In rete non ci sono solo immagini manipolate, ma anche foto vere presentate però in un falso contesto con il solo scopo di diffondere menzogne. Qui torna utile la funzione di ricerca al contrario su Google. Carica un'immagine sospetta e guarda quando e dove è già stata usata. Puoi procedere allo stesso modo anche con gli screenshot di video. Nella ricerca per video di Google puoi inoltre trovare video simili tramite gli hashtag. «Il motore di ricerca russo Yandex dispone inoltre di un riconoscimento facciale incredibile», continua Grassegger.

Foto: Goran Basic
Hannes Grassegger è giornalista e docente all'università di Basilea. Da anni si dedica alla ricerca nel campo della disinformazione digitale e delle fake news. Con la newsapp «POOL» Grassegger vuole ora creare una rete di notizie affidabili del proprio territorio. L'app intende offrire la possibilità, in modo semplice e sicuro, di scambiare e cercare notizie locali. In breve: giornalismo digitale tra vicini senza disinformazione. Una prima versione di «POOL» dovrebbe essere testata a metà 2023. Il progetto riceve il sostegno del Fondo pionieristico Migros e della fondazione Mercator Svizzera.
Foto/scena: Getty Images
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